Descrizione del Nostro borgo

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Ecco una dettagliata descrizione del nostro meraviglioso borgo.

Data:

27 ottobre 2023

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33 min

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Descrizione

Ecco una dettagliata descrizione del nostro meraviglioso borgo.

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Scheda di descrizione del borgo
Nome Del Borgo – Comune Vaglio Basilicata
Risalendo lungo le pendici del Monte Cenapora si resta subito colpiti dall’immagine del piccolo centro di Vaglio che si adagia dolcemente lungo le curve di livello della sommità del monte.
Documentato sin dal Medioevo, il centro storico si sviluppa lungo tre assi stradali principali messi in collegamento tra loro con scalinate strette e ripide. Si tratta di Via di Sopra, Via di Mezzo e Via di Sotto, oggi dette Via Buonarroti, Via Vergara e Via Roma.
Ai due poli di tali strade trovano collocazione due imponenti porte d’accesso: la prima detta “Porta Vecchia” che si connota come un semplice arco a tutto sesto, mentre la seconda detta “U Spurt” è incorporata nel Palazzo Baronale, e rappresenta una splendida architettura medioevale.

Si tratta di un percorso in pendenza coperto di forte monumentalità.
Al centro di Via Roma, strada su cui affacciano eleganti palazzi con portali scolpiti, si staglia la Chiesa Madre con un elegante impianto a tre navate con archi a tutto sesto, costruita nel Rinascimento ma dal gusto romanico.

Portali con interessanti bassorilievi e iscrizioni, sculture e tele del XVI e XVII secolo (tra cui una Madonna del Rosario di Antonio Stabile e una Sacra Famiglia con San Giovanni del fratello Girolamo), fanno della chiesa di Vaglio uno scrigno d’arte.
All’interno, poi, è anche possibile ammirare la torre normanna di pianta ottagonale preesistente alla struttura. Per gli appassionati di turismo religioso non si possono non citare le tante reliquie custodite nell’edificio, tra cui si annoverano il sangue di Cristo (dei granelli di sabbia in un’ampolla che la tradizione vuole siano stati intrisi del sangue di Gesù crocifisso, e il corpo di San Faustino, un giovanissimo martire, che la tradizione vuole sia stato ucciso dal padre perché professava il credo cristiano, patrone del paese dal XVIII secolo).

            

Ma la chiesa di S. Pietro Apostolo non è l’unica testimonianza di architettura religiosa. Poco distante troviamo, infatti, la chiesa di San Giuseppe, la chiesa di Santa Maria di Nazareth che custodisce al suo interno un articolato ciclo di pitture parietali medioevali con gli apostoli armati di spade, mentre sul margine del tessuto urbano sono visitabili la chiesa del Carmine e la piccola cappella dell’Annunziata.
Appena fuori dalle mura dell’antico centro medioevale, prospiciente la piazza principale del paese con un monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale e una fontana monumentale del XIX secolo, è ubicato il convento di Sant’Antonio Abate.
Si caratterizza per un impianto a due cortili, a uno dei quali si accede dopo aver superato un elaborato portale di pietra bianca. Abitato dai frati conventuali e soppresso definitivamente nel Decennio Francese, nel tempo ha subito alcune modifiche planimetriche e volumetriche che però lasciano ancora leggere l’impianto originale. All’interno del complesso è visitabile la chiesa omonima, un vero gioiello d’arte con altari lignei dorati, statue e tele di Francesco Paterno da Buccino e Attilio de Laurentis, entrambi attivi nel XVII secolo. Sono anche visibili tracce di antiche pitture parietali che lasciano ipotizzare la presenza di una volta completamente affrescata, almeno nella parte del presbiterio, oltre ad un affresco integro di Girolamo Todisco raffigurante la Madonna con il Bambino e S. Anna del XVII secolo.
Antichi abbeveratoi, il grande lavatoio detto “Fontana Vecchia”, e le cantine chiudono il percorso nella civiltà rurale.
Oltre alle appena citate chiese, in agro di Vaglio, a circa quattro chilometri dal paese, è stata realizzata nel XVI secolo la chiesa della Madonna di Rossano. Ubicata in un luogo ancora oggi fortemente naturale con querce, e poco distante da una sorgente, si caratterizza per la semplicità architettonica di impianto a navata unica. All’interno una pregevole Madonna con il Bambino seduta su un trono e con in una mano il globo simbolo della perfezione e dell’eterno.

Sempre in agro di Vaglio sono visibili i ruderi di un’antica neviera. Si tratta di una torre con annessa cisterna all’interno della quale era conservata la neve nei mesi invernali per l’approvvigionamento di ghiaccio, necessario per la conservazione degli alimenti, nei mesi estivi.

A qualche chilometro dall’attuale centro urbano, sul monte Serra San Bernardo a 1090 m slm, sono visibili le rovine di un’antica città del VIII-III secolo a.C..
A un primo insediamento dell’VIII secolo a.C. composto di capanne a pianta circolare alternate a sepolture, si sostituisce un insediamento urbano nel VI secolo a.C..
Esso rappresenta il più importante centro urbano nel comprensorio nord lucano, emblema dell’ellenizzazione delle popolazioni autoctone, come ci documenta l’impianto urbanistico, la tecnica edilizia, le decorazioni architettoniche, oltre ai pregevoli manufatti rinvenuti nelle tombe.
Tale mutamento è da attribuire all’avvio di contatti, a partire dal VII secolo a.C., con i Greci della costa ionica. È in tale periodo che fa la comparsa sul pendio orientale del monte, in località Braida, un edificio costruito con un impianto e con tecniche che segnano la rottura con le capanne realizzate fino a quel momento. A tele struttura appartengono le note “Lastre dei Cavalieri”, terracotte dipinte, di chiara matrice greca, che raffigurano scene di duello tra guerrieri armati alla maniera degli opliti greci, con elmo scudo e lancia.
Un’ulteriore trasformazione si ha sul finire del V secolo a.C. con l’arrivo dei Lucani, popolo di stirpe osco-sannita che, intorno alla metà del IV secolo a.C., fortificano la città con una poderosa cinta muraria a doppia cortina con paramento murario esterno composto di blocchi squadrati d’arenaria. Non mancano porte monumentali.
Nello stesso periodo, poco distante dalla città, in località Rossano, è eretto un santuario federale dedicato alla Mefite, dea delle acque dei campi e degli armenti, come ci documentano le testimonianze epigrafiche rivenute. Alla divinità femminile è affiancato il dio Mamerte, la trasposizione osca del Marte romano.
Il santuario sorge in prossimità di una sorgente attiva ancora oggi e alla confluenza di tratturi che mettevano in relazione la costa con l’interno.
Nel corso del II secolo a.C., mentre gli altri luoghi di culto sono abbandonati, e nonostante la città di Serra avesse cessato di vivere a causa di un incendio già da un secolo, emblematicamente il santuario di Rossano è monumentalizzato. Tale ristrutturazione è certamente legata alla presenza romana nel territorio. Il sito sarà, poi, definitivamente abbandonato nel I secolo d.C., probabilmente a seguito di movimenti franosi che resero l’area una palude.
Oggi visitando le aree archeologiche è possibile ammirare le rovine della città e del santuario.
Nell’area di Serra, poi, è anche possibile comprendere la complessa stratigrafia della città visitando la casa dei Pithoi, una ricostruzione dell’alzato di una casa del V secolo a.C. con l’utilizzo di tecniche antiche (travi portanti in legno che s’impiantano su fondazioni in pietra, tompagnatura in argilla e paglia, copertura con tegole e coppi).
All’interno della stessa si possono ammirare oggetti appartenenti alla fase di utilizzo in epoca lucana dell’edificio, un telaio verticale, grossi vasi per la conservazione delle derrate alimentari (pithoi), oltre a tombe del VII secolo a.C. e ai resti della capanna dell’VIII secolo a.C. posti a un piano inferiore dalle fondamenta della casa di epoca successiva.
Una visita ai due siti sarebbe incompleta senza recarsi al Museo delle Antiche Genti di Lucania, nell’attuale centro di Vaglio. L’allestimento dello stesso propone ricostruzioni, virtuali e a grandezza reale, dei contesti archeologici con l’ausilio di materiali originali e fedeli riproduzioni che aumentano l’accessibilità e la fruibilità del patrimonio culturale secondo la concezione del “museo diffuso”.

Enogastronomia
Gastronomia: La cucina di Vaglio Basilicata è influenzata dalla tradizione culinaria contadina lucana. E’ possibile gustare piatti tipici come pasta fatta in casa, piatti a base di legumi ed erbe spontanee e a base di carne di maiale e pecora e prodotti locali come il pane, formaggio pecorino e il “pezzente” un insaccato stagionato di carne di maiale.


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Luogo

Sede Comunale

Via Carmine,106, Vaglio Basilicata, Potenza, Basilicata, Italia

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Ultimo aggiornamento: 27 ottobre 2023, 17:28

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