Il santo patrono

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Il 20 di maggio 1770, in quel borgo sul monte, faustino arrivò. Ad accoglierlo la gente fu tanta e di vaglio patron diventò. — docufiction “san faustino 19-20-21 maggio: il racconto di tre giorni di festa a vaglio basilicata”, di a. Biscione

Data:

28 luglio 2023

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17 min

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Descrizione

Il 20 di maggio 1770, in quel borgo sul monte, faustino arrivò. Ad accoglierlo la gente fu tanta e di vaglio patron diventò. — docufiction “san faustino 19-20-21 maggio: il racconto di tre giorni di festa a vaglio basilicata”, di a. Biscione

Testo completo

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Le spoglie

Tra i rogiti del notaio Antonino Petraccone, durante alcune ricerche della casata Vergara, è stato ritrovato un atto notarile che riporta la storia del tragitto compiuto dal corpo di San Faustino per raggiungere Vaglio Basilicata: sua dimora definitiva.
Il 20 maggio 1770, dalle catacombe di Santa Priscilla a Roma, arrivano a Vaglio le spoglie del Santo. Ad accoglierlo c’è una folla festante e in preghiera presso la chiesa della Madonna del Carmine, da cui parte una processione diretta alla chiesa madre accompagnata dall’eco di una salva di dieci fucilieri. Presso tale chiesa la reliquia è custodita ancora oggi in un’urna di vetro collocata dietro l’altare maggiore. San Faustino viene acclamato Protettore di Vaglio e dei bambini, da allora infatti sono numerosi i battezzati con il nome di Faustino e Faustina.

Il rito

Negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, con l’accensione delle luminarie (quattro arcate in Piazza dei Caduti e tre in via Carmine) e l’apertura della bancarella della castagnara, il 19 maggio iniziava la festa in onore di San Faustino. Prima del tramonto, dalla chiesa della Madonna del Carmine, con un colpo di tamburo, si annunciava l’uscita della Uglia: statua più piccola del Santo portata in spalla da alcuni giovani che indossavano pantaloni di velluto, camicia bianca, panciotto, due foulards rossi (uno al collo, l’altro in vita) ed un cappello. Partiva così una processione tra il sacro e il profano, durante la quale, in alcuni punti strategici del paese, venivano bruciate delle cataste di legna per illuminare il corteo, accompagnato da organetti, inaugurando una gara tra rioni per chi avesse appiccato il fuoco più grande e allestito il banchetto più ricco. Al termine di questo rito veniva liberato un maialino che fino alla festa dell’anno successivo avrebbe vagato per il paese. Tutti i vagliesi se ne prendevano cura, offrendogli da mangiare e ospitalità per la notte, tanto che ingrassava più degli altri che invece erano tenuti nelle stalle. Di qui, se un bambino aumentava di peso gli veniva detto “t’ sì fàtt’ cùm’ ‘u prcddùzz’ r’ Sànd’ Faustìn” (ti sei fatto come il maialino di San Faustino). Alla festa dell’anno successivo i tranci di questo maialino venivano messi all’asta e acquistati da gente facoltosa o da comitive allo scopo di ingraziarsi il Santo. Allora come oggi, il 20 maggio si porta in processione per le vie del paese la statua più grande del Santo, al collo della quale è posto un medaglione contenente un osso della reliquia. La festa terminava il 21 maggio con il pellegrinaggio presso la Madonna di Rossano.

La vita del santo

Della vita di Faustino storicamente abbiamo poche certezze: sappiamo che era un fanciullo di 13-14 anni che, attratto dagli insegnamenti di Gesù, diventa cristiano e per non rinnegare tale credo affronta il martirio durante la terza persecuzione dell’imperatore Diocleziano (310 d. C.). Secondo la pietà popolare, Faustino era figlio di un nobile turco pagano che, scoprendo la fede cristiana del figlio, lo conduce in un bosco dove lo uccide con un colpo d’ascia e lo seppellisce in una buca poco profonda. Laddove era sgorgato il sangue del martire fiorisce un giglio che, nel mese di febbraio, viene notato da un mercante che passava di lì. Colpito dalla bellezza del fiore, prova ad estirparlo ma si accorge che a trattenerlo è la mano di un fanciullo. Comprende, allora, che si tratta di qualcosa di miracoloso ed interpella il vescovo. Il corpo viene riesumato e trovato intatto. A seguito di questa notizia molte persone accorrono lì con l’intento di portare il Santo al proprio paese. Le sue spoglie, riposte in una cassa, vengono trasportate su di un asino con il proposito di condurle a Potenza. Tali spoglie, però, diventano sempre più pesanti e solo quando l’asino cambia direzione andando verso Vaglio diventano più leggere. Il popolo vagliese, interpretando questo come un segno della volontà del piccolo martire, orgoglioso di essere stato scelto, ancora oggi custodisce gelosamente la devozione per questo Santo Patrono.

La benedizione della statua

Il 22 maggio 2019, su richiesta alla Prefettura Pontificia da parte del parroco locale Don Teodosio Avigliano, supportato dal comitato feste, la statua di San Faustino viene benedetta da Papa Francesco, questo evento ha senza dubbio rappresentato un momento storico per tutta la comunità vagliese resa così ancora più fiera del proprio piccolo grande Santo Patrono.

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Ultimo aggiornamento: 28 luglio 2023, 15:04

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